Il 16 aprile 2002 viene arrestato in un ovile di Roccapalumba (Palermo) il latitante Antonino Giuffrè, capomafia del “mandamento” di Caccamo (Palermo), fedelissimo di Bernardo Provenzano, con varie condanne per fatti di mafia, tra cui l’ergastolo in appello per la strage di Capaci (Palermo). Accusato tra l'altro di essere il mandante dell’omicidio del sindacalista dell’Uil Mico Geraci, ucciso a Caccamo nell’ottobre 1998, l’ipotesi non trova riscontri e l’omicidio rimane senza colpevoli. Assieme a Giuffrè finiscono in carcere anche i fratelli Francesco e Paolo Pravatà, accusati di favoreggiamento, ma già indiziati mafiosi e al centro di un’inchiesta su appalti ed estorsioni, e il proprietario dell’ovile. Nella borsa di Giuffrè sono trovate alcune lettere, tra cui una inviata due giorni prima da Bernardo Provenzano. Giuffrè decide nel corso dell'anno di diventare collaboratore di giustizia. Il 16 aprile 2002 viene arrestato in un ovile di Roccapalumba (Palermo) il latitante Antonino Giuffrè, capomafia del “mandamento” di Caccamo (Palermo), fedelissimo di Bernardo Provenzano, con varie condanne per fatti di mafia, tra cui l’ergastolo in appello per la strage di Capaci (Palermo). Accusato tra l'altro di essere il mandante dell’omicidio del sindacalista dell’Uil Mico Geraci, ucciso a Caccamo nell’ottobre 1998, l’ipotesi non trova riscontri e l’omicidio rimane senza colpevoli. Assieme a Giuffrè finiscono in carcere anche i fratelli Francesco e Paolo Pravatà, accusati di favoreggiamento, ma già indiziati mafiosi e al centro di un’inchiesta su appalti ed estorsioni, e il proprietario dell’ovile. Nella borsa di Giuffrè sono trovate alcune lettere, tra cui una inviata due giorni prima da Bernardo Provenzano. Giuffrè decide nel corso dell'anno di diventare collaboratore di giustizia.Testimone in molti importanti processi, fa rivelazioni su Andreotti, Roberto Calvi e Forza Italia.